Oggi, a quindici anni dal completamento della prima ricostruzione della sequenza del genoma umano, possiamo certamente dire che la genomica computazionale, ambito di ricerca del team guidato da Francesco Ferrari, è emersa chiaramente come una disciplina fondamentale per studiare i processi biologici.
Negli ultimi anni la biologia molecolare ha infatti attraversato una rivoluzione, che ha richiesto sempre più l'utilizzo di approcci computazionali nella ricerca:
La domanda più importante in questo ambito di ricerca è
"com'è possibile che tutte le cellule del nostro organismo contengano essenzialmente lo stesso genoma ma eseguano funzioni molto diverse?"
Oggi sappiamo che, nonostante il manuale d'istruzioni (il genoma) sia lo stesso, cellule di organi e tessuti diversi usano capitoli diversi (diverse aree del genoma) e questo le differenzia nelle loro funzioni, che però vengono sempre eseguite in modo coordinato e controllato. Quando qualcosa va storto nelle istruzioni codificate nel genoma si sviluppano patologie. Questo è per esempio ciò che succede nel cancro.
La ricerca sul cancro si è tradizionalmente concentrata principalmente sulle alterazioni nella porzione del genoma che codifica per proteine, che costituisce solamente circa l'1% dell'intero genoma. Molte alterazioni patologiche però interessano il restante 99% del genoma umano, che pur non codificando proteine contiene le istruzioni per regolarne l'espressione.
Per la loro natura è più difficile assegnare un ruolo preciso a queste regioni non codificanti e identificare l'effetto delle loro alterazioni. Per fare ciò è necessario integrare diversi tipi d'informazioni (genetiche, epigenetiche e di espressione genica) ottenute con tecnologie genomiche e usando soluzioni di biologia computazionale innovative.
La ricerca di Francesco Ferrari si focalizza soprattutto sul 99% del genoma che è coinvolto nella regolazione dell'espressione genica, e più in generale della funzionalità genomica.
Il Progetto Genoma ci ha fornito una mappa del nostro DNA con tanti punti (i geni): il passo successivo è connettere tutti i punti, ovvero comprendere le interazioni regolative fra tutti i geni per capire realmente come funziona il genoma.
Il laboratorio di Francesco Ferrari si concentra sull'identificazione e lo studio di elementi regolativi non codificanti nel genoma, e in particolare su come siano coinvolti nella regolazione di processi biologici fisiologici e patologici, come il cancro. La funzionalità di elementi regolativi non codificanti è controllata a livello epigenetico e questi a loro volta sono coinvolti nel controllare la funzionalità del genoma e in particolare l'espressione dei geni.
Questo campo di ricerca è stato relativamente poco esplorato per la carenza di dati necessari ad assegnare a regioni non-codificanti una specifica funzione regolativa e uno specifico gene bersaglio. Oggi questi dati sono ampiamente disponibili grazie alle nuove tecnologie genomiche. Inoltre questi aspetti sono particolarmente rilevanti nella ricerca sul cancro perchè:
Le ricerche svolte in questo campo, la comprensione delle variabilità inter-individuali nella sequenza genomica e del loro effetto sulla funzionalità degli elementi regolativi del genoma stesso contribuiranno allo sviluppo della "medicina personalizzata di precisione". Questa, a differenza degli approcci terapeutici classici che "mediamente" danno risultati positivi nella maggioranza dei pazienti, punterà ad identificare la soluzione terapeutica migliore per ciascun singolo paziente nella sua unicità.
Il gruppo di Francesco Ferrari è interessato in particolare al ruolo dell'organizzazione tridimensionale del genoma all'interno del nucleo cellulare e di come questa sia strumentale nel regolare la funzionalità
Infatti, un progresso significativo degli ultimi anni è dato dalla scoperta che la cromatina (ovvero il complesso formato dal DNA e dalle proteine ad esso associate) è ripiegata all'interno del nucleo non casualmente, ma in modo da regolare specificamente l'accessibilità del DNA e l'attività trascrizionale. Queste scoperte sono state particolarmente accelerate dallo sviluppo di importanti innovazioni tecnologiche, come il sequenziamento massivo del DNA.
Il gruppo utilizza quindi soprattutto dati di genomica funzionale (trascrizione, marcatori epigenetici, organizzazione tridimensionale) e altri dati genomici (ri-sequenziamento di pazienti) ottenuti con metodiche di sequenziamento massivo, avvalendosi in modo preponderante del cluster di calcolo di IFOM. Le analisi massive di dati genomici richiedono spesso lo sviluppo di soluzioni informatiche (hardware e software) innovative per gestire e analizzare una grande quantità di dati: è quindi fondamentale l’interazione con il team che gestisce e amministra l'infrastruttura informatica di IFOM. Il laboratorio inoltre si avvale delle piattaforme di sequenziamento massivo disponibili nel servizio di Genomica.
Il gruppo di Ferrari ha collaborazioni in corso o in progetto con molti gruppi di IFOM, oltre che con diversi gruppi in Europa e USA. Alcune di queste sono collaborazioni iniziate prima ancora della nascita del laboratorio in IFOM.
09.12.2015 rel 02