La sindrome di Fragilità definisce la condizione di soggetti, di solito sopra i 65 anni, che presentano una riduzione nelle riserve e nella resistenza agli stress, e che hanno quindi un aumentato rischio di cadute, ospedalizzazione ed istituzionalizzazione (Fried et al 2001) . La Fragilità potrebbe rappresentare una fase di transizione tra l'invecchiamento in salute e la disabilità e quindi una condizione target per definire interventi di prevenzione e/o di riabilitazione per ristabilire la condizione di "robustezza" in un individuo a rischio. Questa condizione rappresenta circa il 7-23% della popolazione di anziani (Song et al., 2010 e Syddall et al., 2010) e questa percentuale è destinata a crescere con l'aumento dell'età media della popolazione (Collard et al., 2012) .
Le basi genetiche e biologiche di Fragilità non sono realmente note, ma devono essere multi-fattoriali e dipendere dalle alterazioni della regolazione di più sistemi (Fried et al 2009) . Due organi principali sembrano essere gli obiettivi: muscolo e cervello. Lo stato pro-infiammatorio, la sarcopenia, l'anemia, i deficit relativi degli ormoni anabolici e l'eccesso di ormoni catabolici, la resistenza all'insulina, l'indebolimento delle funzioni immunitarie, le carenze nutrizionali, lo stress ossidativo e l'accumulo di danni al DNA sono tutti fattori associati ad una maggiore probabilità di fragilità. Inoltre, il rischio di fragilità aumenta con il numero di sistemi fisiologici deregolati, indipendentemente dalla presenza di malattie croniche o dell'età cronologica. L'ipotesi che questo progetto vuole verificare è se la Fragilità dell'anziano intesa come sindrome possa essere predetta da modificazioni nella forma e struttura dei nuclei delle cellule dovuta a una diminuzione / assenza del fattore di trascrizione PREP1. Tale fattore è un regolatore della struttura nucleare età dipendente di recente scoperta. PREP1 controlla le funzioni tipicamente interessate nella fragilità, come ad esempio la funzione delle cellule staminali, il metabolismo mitocondriale e del glucosio, il danno del DNA e la degenerazione delle cellule muscolari (Longobardi et al., 2014).
Il nostro progetto prevede l'arruolamento di 90 soggetti con età superiore ai 65 anni per i quali è prevista una valutazione clinica per la condizione di fragilità, e l'esecuzione di due esami strumentali: la Risonanza Magnetica del cervello e l'ecografia muscolare per valutare i due organi maggiormente colpiti. Attualmente hanno accettato di partecipare al nostro progetto circa il 50% soggetti. Purtroppo la fase di arruolamento al progetto ha subito un forte rallentamento da marzo 2020 in conseguenza della pandemia da SarsCov2. Proprio in virtù della condizione di fragilità, i soggetti anziani sono stati quelli maggiormente colpiti dalla pandemia e per questo motivo si è deciso di rallentare l'arruolamento per evitare di esporre le persone al rischio di contrarre il COVID19. Quando la campagna vaccinale sarà completata per questa fascia di popolazione prevediamo di riprendere l'arruolamento a piano ritmo.
La ripresa dello studio ed il suo completamento sono direttamente collegati all'andamento della pandemia da COVID. È verosimile immaginare che a partire da giugno, quando la campagna vaccinale avrà raggiunto un numero sufficiente di persone con più di 65 anni, sarà possibile riprendere a pieno ritmo l'arruolamento dei soggetti e quindi lo studio. La previsione è quindi che lo studio possa concludersi a maggio del 2022.
Nonostante la pandemia da SarsCov2, lo studio ha raggiunto il suo target di almeno 90 soggetti arruolati, includendo ben 115 persone over 65 anni. Tali partecipanti sono stati classificati in base ai criteri della fragilità (Fried et al, 2001) come anziani “fragili”, “pre-fragili” o robusti sulla base della presenza di nessuno o più sintomi di fragilità. Complessivamente si tratta di una coorte a maggiore rappresentanza femminile (61%) con un’età media di 76.43 (±7.17) ed una scolarità media di 10.90 (±4.19). Considerando i fenotipi la maggior percentuale è rappresentata da soggetti “pre-fragili” seguita dai “robusti” ed infine dai “fragili”. (vedi fig.1). scopri di più .
MD from Naples University Medical School, then two post-Docs at the Max Planck Institut fuer Biophysik (Frankfurt, Germany) and NIH (National Institute of Arthritis and Metabolic Diseases) Bethesda, MD (U.S.A.). In 1970 back in Italy at the CNR Research Center in the Naples University Medical School, then in 1980 Full Professor at the II Faculty of Medicine of the University of Naples. Subsequently, Professor at the University of Copenhagen, Denmark and finally in Milano since 1992. Is at IFOM since 2004, Director of research program Transcriptional Regulation in Development and Cancer. From 2007 to 2011 coordinates the Molecular Oncology PhD program of SEMM. In 2011 becomes Deputy Director for Science of IFOM. Has previously been Director of the International Institute of Genetics and Biophysics of CNR in Naples (1980-1983), of the Molecular and Cellular Biology Center in Copenhagen (Denmark), (1988- 1992), and of the Department of Cellular Biology and Functional Genomics (1998-2006) at DIBIT, Ospedale San Raffaele. In 1979 is elected member of EMBO, the prestigious European Molecular Biology Organization, and 1991-1993 of its Council. Since 1992 is a member of Academia Europaea. Has received national and international prizes and is Author of over 270 research articles in prestigious international Journals, including Nature and Cell. Has been a member of the Advisory Board of AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, and of the Board of EMBO Journal.
Ilaria Serricchio is a Master’s degree student in Medical and Pharmaceutical Biotechnology at Pavia’s University (Italy). Her specific skills include state-of-the-art biochemistry and cell biology techniques. Moreover, her work involves applying immunofluorescence microscopy and flow cytometry analyses extensively.
La dott.ssa Francesca Baglio è una neurologa ricercatrice presso la Fondazione Don Carlo Gnocchi. Attualmente dirige il Centro Avanzato di Diagnostica e Terapia Riabilitativa (CADiTeR), ed è vicedirettore scientifico del IRCCS SM Nascente di Milano della Fondazione Don Carlo Gnocchi. E' esperta di tecniche di neuroimaging avanzato ed di innovazione digitale nell'ambito della terapia riabilitativa per le patologie correlate all'età.
La dott.ssa Valeria Blasi è una neurologa-ricercatrice. Ha iniziato la sua esperienza di ricerca presso la Washington University di St. Louis dove ha studiato la plasticità neuronale post-stroke mediante l'utilizzo di tecniche di neuroimaging avanzato. Dal 2012, è ricercatrice senior presso il CADiTeR dove si occupa di imaging avanzato applicato alla diagnostica riabilitativa nell'età evolutiva e nelle patologie croniche del SNC dell'adulto, e di innovazione tecnologica nell'ambito della tele riabilitazione.
La Dott.ssa Monia Cabinio è dottore di ricerca in Neurologia Sperimentale e ricercatrice presso il Centro CADiTeR, Fondazione Don Gnocchi, Milano. Dal 2011 si occupa dello studio del Sistema Nervoso Centrale attraverso l'utilizzo di tecniche di Risonanza Magnetica avanzate. Attualmente le sue ricerche si concentrano sui cambiamenti cerebrali associati a malattie neurodegenerative (es. Alzheimer, Parkinson) e sulla comprensione del legame tra tali cambiamenti e (tele)riabilitazione.
La dott.ssa Sara Isernia è una psicologa-ricercatrice. Ha conseguito un dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Si occupa di innovazione tecnologica nell'ambito della tele-riabilitazione per patologie croniche non trasmissibili legate all'invecchiamento e di cognizione sociale in condizione di sviluppo tipico e atipico. Dal 2019 è docente a contratto di Metodologia della Ricerca presso l'Università di studi di Milano.
Il professore Claudio Macchi è ordinario presso l'Università degli studi di Firenze, specialista in Geriatria e Cardiologia. Attualmente dirige il Dipartimento di Riabilitazione Generale dell'IRCCS della Fondazione Don Carlo Gnocchi di Firenze e la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e della Riabilitazione dell'Università di Firenze. Dal 1998 al 2008 è stato il coordinatore scientifico per la Fondazione Don Gnocchi del progetto "InChianti", uno studio di popolazione sulla fragilità nell'anziano. Dal 2010 invece ha coordinato come Principal Investigator uno studio epidemiologico sulla popolazione ultranovantenne residente in Mugello, denominato "Mugello Study".
Fabrizio Giunco è Direttore del Dipartimento Cronicità della Fondazione Don Carlo Gnocchi ONLUS. Ha una consolidata esperienza clinica nella cura di persone anziane con demenza, dipendenza, fragilità, vulnerabilità o prossimità al termine dell'esistenza. È membro di gruppi di lavoro regionali, nazionali e internazionali sulle politiche e lo sviluppo dei sistemi di cura. Si occupa da molti anni di invecchiamento e di politiche sociali e sanitarie. Ha approfondito in particolare i temi della domiciliarità e delle nuove forme abitative a sostegno della vecchiaia. Ha pubblicato libri, articoli e ricerche originali sulla complessità assistenziale e i sistemi di cura.
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Ha conseguito la laurea in Tecniche di radiologia medica presso l'Università degli Studi dell'Insubria e il master di I livello in Specialista nell'ottimizzazione e sviluppo di apparecchiature, sequenze e tecniche di studio di Risonanza Magnetica presso l'Università degli Studi di Firenze. Dal 2019 fa parte del laboratorio di ricerca CADiTeR lavorando come tecnico di ricerca su risonanza Siemens Prisma 3T.
Niels Bergsland is a researcher in CADiTeR, part of the Fondazione Don Gnocchi, Milano, with a PhD degree in bioengineering from Politecnico di Milano. His main research interests include the use of advanced imaging acquisition and post-processing techniques for characterizing tissue injury to help clarify mechanisms of disease.